A quelli di noi che hanno frequentato con successo il sistema dell’educazione industriale piace quando le persone sono ben informate, quando le frasi sono grammaticalmente corrette, e quando i nostri conoscenti capiscono concetti come cosa fanno gli elettroni e come funziona il metodo scientifico.
La nuova economia richiede di lasciar perdere tutto questo?
No. Ma è folle impegnarsi con ancora più dedizione e rigore per assicurarsi che ogni bambino sappia ogni nozione.
Abbiamo fallito in questo. Abbiamo fallito miseramente. Abbiamo voluto insegnare tutto a tutti, in massa, con risultati pessimi in modo imbarazzante. Tutto perché abbiamo costruito un sistema basato sulla conformità.
Cosa succede se abbandoniamo i nostri sforzi fallimentari di insegnare i fatti? Cosa succede se mettiamo l’80 per cento di quello sforzo nel fare progressi enormi nell’insegnare ad ogni bambino ad interessarsi, a stabilire degli obiettivi, a partecipare, a parlare intelligentemente, a pianificare, a prendere buone decisioni, e a diventare un leader?
Se ci sono una classe di bambini oppressi con buoni punteggi nei PSAT (preliminary SAT, test standardizzato americano) dovuti a nozioni inculcate e pratica, e un’altra classe di sognatori motivati, i quali partecipano a progetti a cui sono appassionati e desiderosi di imparare in continuazione, su quale classe scommetteresti?
Se possiamo dare ai bambini le basi per sognare, impareranno la grammatica e la storia nel momento in cui queste gli serviranno per raggiungere i loro obiettivi e fare la differenza.