La struttura industriale della scuola richiede che insegniamo le cose senza metterle in dubbio. Cose che possono essere provate. Cose che non si possono questionare. Dopo tutto, se gli argomenti fossero aperti alla sfida, chi li sfiderebbe? I nostri studenti. Ma gli studenti non sono lì per sfidare – sono lì per essere indottrinati, per accettare e obbedire.
Ma la nostra nuova vita civica, scientifica e professionale è piena di dubbi. Questioniamo lo status quo, questioniamo le scelte di marketing e le scelte politiche, e più di tutto, questioniamo quello che deve ancora accadere.
L’obbligo della nuova scuola è quello di insegnare agli studenti a dubitare in modo ragionato. Non il dubbio senza senso del disturbatore di turno, ma il dubbio basato sull’evidenza dello scienziato che indaga e il dubbio ragionato di colui che dibatte in modo qualificato.
Il modo di fare industriale non lascia molto spazio al dubbio. Il lavoratore della catena di montaggio non deve questionare il design di una automobile. L’impiegato in una agenzia di assicurazioni non deve suggerire come migliorare il modo di trovare nuovi clienti.
Nell’era post-industriale, invece, i lavori migliori e il vero progresso appartengono solo a quelli che sono certi e hanno un background solido per poter usare il metodo scientifico per mettere in dubbio l’autorità e immaginare di nuovo una realtà migliore.