I sogni sono evanescenti per loro natura. Sono tremolanti per un lungo periodo prima che riescano a brillare di luce propria. E quando sono tremolanti, non è particolarmente difficile per un genitore od un insegnante o un gruppo di conoscenti spegnerli.
Creare sogni è molto più difficile. Sono spesso associati a dove siamo cresciuti, a chi sono i nostri genitori, e al fatto che la giusta persona entri nella nostra vita oppure no.
Accettare di avere come sogno non particolarmente edificante quello di trovare un lavoro noioso e statico non è di aiuto. Sognare di essere scelti – scelti per apparire in TV o scelti per giocare in una squadra o scelti per essere fortunati – non è altrettanto d’aiuto. Sprechiamo il nostro tempo e il tempo dei nostri studenti quando li prepariamo per sogni irraggiungibili che non gli permettono di adattarsi (o ancora meglio, essere dei leader) nel momento in cui il mondo non gira come avevano sperato.
I sogni che ci servono sono quelli indipendenti. Ci servono sogni basati non su quello che c’è già ma su quello che potrebbe esserci. Ci servono studenti che possano imparare come imparare nuove cose, che possano scoprire come spingersi oltre e che siano abbastanza generosi e onesti da interagire con il mondo esterno per far realizzare questi sogni.
Penso che stiamo facendo un buon lavoro per distruggere i sogni e allo stesso tempo i sogni che decidiamo di tenere non sono abbastanza audaci.