Dieci anni fa stavo parlando con dei dirigenti della carta stampata sul futuro digitale. Erano spensieratamente ignoranti su come Craigslist avrebbe cancellato la gran parte dei loro profitti. Erano sprezzanti nei confronti di quello che il mondo digitale avrebbe dato. Erano innamorati della magia della carta stampata.
In appena dieci anni, tutto è cambiato. Nessun osservatore interessato è ottimista sul futuro dei giornali, e il modo in cui le notizie vengono date è fondamentalmente cambiato: dopo un centinaio di anni di stabilità, la vera anima del business della carta stampata è sparito.
Le università sono esattamente nella stessa posizione oggi.
Le scuole stanno affrontando l’enorme crollo dei prestiti per l’educazione e l’inabilità del tipico studente di giustificare una educazione a prezzo pieno. Ci vorrà appena qualche anno, prima che la maggior parte dei corsi sia disponibile digitalmente: magari questi corsi non saranno forniti dalla scuola stessa, ma il calcolo matematico è il calcolo matematico. A quel punto, o le scuole saranno delle etichette, dei nomi conosciuti che connotano qualcosa riguardo un manager assunto, o saranno delle organizzatrici di tribù, istituzioni che creano dei team, connessioni e associazioni. Così come essere parte del team atletico Harvard Crimson o della rivista Lampoon è una connessione che ti porterai dietro per tutta la vita, alcune scuole daranno questo su una più ampia scala.
Penso sia giusto dire che il business dell’istruzione superiore è destinato a cambiare nella prossima decade, tanto quanto sono cambiati i giornali nella decade appena terminata.