Friedrich Kessler, scrivendo sulla Columbia Law Review nel 1943, articolò un nuovo tipo di contratto, creato per l’età industriale. Invece di essere discusso da ciascuna delle due parti, un contratto per adesione è basato su un accordo “prendere o lasciare”.
L’industriale dice “usa questa automobile o questo software o questo telefono”, e in quel momento, semplicemente usandolo, stai accettando i suoi termini e le sue condizioni. Con gratitudine verso Doc Searls, ecco cosa scrisse Kessler:
Lo sviluppo di un’azienda su larga scala con la sua produzione di massa e distribuzione di massa ha portato inevitabilmente alla creazione di un nuovo tipo di contratto – il contratto di massa standardizzato. Un contratto standardizzato, una volta che il suo contenuto è stato formulato da una azienda, è usato in ogni negoziazione che coinvolge lo stesso prodotto o lo stesso servizio. L’individualità delle parti che spesso hanno dato colore ai vecchi tipi di contratto è stata eliminata. Il contratto stereotipato attuale riflette l’impersonalità del mercato … Una volta che l’utilità di questi contratti sarà scoperta e perfezionata nel business bancario, dei trasporti e delle assicurazioni, il loro uso si estenderà anche a tutti gli altri campi di imprese su larga scala, ad attività commerciali internazionali ma anche nazionali, e ai rapporti di lavoro.
La scuola offre lo stesso contratto. Ogni studente che entra nel mondo della scuola pubblica essenzialmente sta firmando un contratto per adesione (e lo stesso vale per insegnanti e genitori). In Texas, il contratto include anche biglietti e multe per studenti più giovani di 10 anni (e se non vengono pagate prima che lo studente compia 18 anni, il ragazzo andrà in prigione).
Al di là delle tecniche scolastiche ai limiti, barbariche e draconiane in Texas, comunque, possiamo notare un filo comune su quello che succede nella scuola. Il significato nascosto è chiaro: “Hey, ci sono molti ragazzi in questa scuola. Troppi ragazzi, troppe cose da fare. Quindi o facciamo come dico io oppure niente, caro mio”.
Esattamente come un capo direbbe ad un operaio con problemi in una catena di montaggio. Sicuramente non quello che direbbe un sostenitore ad un artista con talento.