Guardate il sito Udacity.com, co-fondato da Sebastian Thrun che, fino a poco tempo fa, era un professore di ruolo presso Stanford. Il suo obiettivo è quello di insegnare in classi di 200.000 studenti. E perché no?
Sebastian ha affermato che nell’ultima lezione che ha tenuto a Stanford, tutte le persone che avevano il massimo dei voti non erano presenti fisicamente in classe; tutti gli studenti di fascia A erano presenti remotamente, alcuni addirittura dall’Afghanistan. La maggior parte degli studenti avrebbe guardato la lezione anche più di venti volte perché era seriamente impegnata ad imparare quello che Sebastian aveva da insegnare.
Ho condiviso una serie di esempi di cosa succede quando mescoliamo studenti motivati con delle risorse educative specifiche e perfezionate, che vengono consegnate digitalmente. È facile vedere come funziona per i programmatori di computer e studenti di matematica, per quelli che vogliono imparare un’arte o capire un romanzo (non per avere un voto, ma perché ci credono davvero).
Eppure, come per tutte le cose associate alla produzione sempre in aumento tipica di una economia della rete, gli esempi non sono mai abbastanza. Dopo aver visto Amazon vendere un po’ di libri, le persone dicevano: “Sì, funziona con libri specialistici, ma non funzionerà mai con i romanzi”. E poi, dopo che i romanzi iniziarono a vendere anche più di un terzo di copie online, gli scettici dissero che non avrebbe mai funzionato con i DVD o gli MP3 o le barrette di cioccolata. Invece funzionò.
Il commercio online è aumentato inesorabilmente grazie all’efficienza delle connessioni create dalla rete; allo stesso modo, anche le informazioni consegnate digitalmente influenzeranno ogni minima cosa che impareremo.
Quello che non possiamo fare , però, è rendere digitale la passione. Non possiamo obbligare lo studente a rovistare e scoprire nuove informazioni online. Non possiamo dire semplicemente “ecco qui”, e presumere che gli studenti facciano il duro (e spaventoso) lavoro di superare gli scogli e vincere le loro paure.
Senza la scuola a stabilire le fondamenta e “l’avanti e indietro” e soprattutto senza i nostri studenti, la più grande libreria digitale del mondo è inutile.