Il filosofo Jeremy Bentham discuteva sul fatto che se due bambini che giocano al gioco della campana o a push-pin* (gioco inglese; simile al gioco dei chiodini) sono felici come coloro che stanno leggendo una poesia, allora entrambi hanno vissuto una esperienza utile.
John Stuart Mill seguì un approccio diverso. Disse: “è meglio essere un uomo non soddisfatto che un maiale soddisfatto; meglio essere un Socrate non soddisfatto che un cretino soddisfatto. E se il cretino, o il maiale, hanno opinioni differenti, è perché sono a conoscenza solo del loro universo”.
Concordo con Mill in questo caso. Una delle ragioni per la quale la scuola esiste è insegnare ai nostri bambini come capire e apprezzare l’idea di intellettualismo, come svilupparsi in qualcosa di più che uno strumento guidato da uno scopo per lo stato industriale.
Fortunatamente per come la penso io, l’economia sta ora rinforzando questa nozione. Competenze semplici e piaceri non costosi (panem et circenses) hanno funzionato per molto tempo, ma non sono più in grado di soddisfare le masse. Le competenze basiche di adesso non ci permettono più di accontentarci di quei “circenses” a cui siamo stati venduti per secoli.
Il bivio in questa strada è ancora più visibile perché ora ci sono molte cose dalle quali possiamo attingere. Un cittadino può utilizzare il suo tempo libero per diventare più intelligente, più motivato e sentirsi più coinvolto, oppure può perdere l’attenzione, ritirarsi o divertirsi non facendo nulla. Gli stessi dispositivi ti fanno vivere entrambe le cose o solo una delle due – e la scelta che le persone fanno è una di quelle che è destinata a svilupparsi agli inizi, basata sulle aspettative dei nostri insegnanti e sul livello dei nostri compagni.
Possiamo insegnare ai bambini come essere attratti dalla poesia, come scrivere poesie, e come pretendere che la poesia venga insegnata – o possiamo prendere una scorciatoia e farli giocare al gioco dei chiodini, guardare YouTube e filmati divertenti di gatti.
* Push-pin era un gioco molto sciocco nel quale i bambini dovevano attaccare puntine in un panno o nella tesa di un cappello e lottare per farle cadere. Un po’ come Angry Birds, ma senza batterie.