O possibilmente entrambi.
Le scuole pubbliche erano sostenitrici dell’eguaglianza, lo strumento che avrebbe permesso ad una classe di essere lasciata indietro mentre la meritocrazia si affermava.
Ma nelle scuole per i bambini “più dotati”, alle riunioni delle scuole più famose o alla ricca scuola di periferia o a Yale, si spende meno tempo sulla competenza e più tempo a sognare. I bambini arrivano a scuola con più abilità (sanno leggere meglio e hanno abilità oratorie) e sogni più grandi (perché quei sogni gli vengono inculcati a casa). Come risultato, la segregazione in classi nelle scuole rinforza il ciclo, destinando le classi più basse ad una gara senza fine per aumentare le competenze, una gara che anche se venisse vinta, non porterebbe a molto perché il sistema economico spende pochissimo tempo a cercare quelli più competenti.
Ma dare ai bambini la possibilità di sognare e l’accesso senza barriere alle risorse, li aiuterà a trovare esattamente quello che serve loro sapere per andare ben oltre quella specifica competenza.