L’obiettivo originale della scuola: doveva insegnare ai cittadini ad essere obbedienti (essere dei bravi lavoratori), a consumare ciò che i pubblicitari gli vendevano (per permettere alle industrie di sopravvivere), e ad essere capaci di stare seduti immobili (essere dei bravi lavoratori).
Le scuole sono un modo per rinforzare queste idee. Certo, ci sono alcune cose (come la matematica di base e il saper leggere) utili a tutte le persone, ma abbiamo continuato ad aggiungere cose, creando una lista infinita di materie usate per confrontare gli studenti così da testare la loro obbedienza. Fondendo l’insegnamento (una cosa buona) con l’obbedienza (una cosa importante per l’era industriale) e il consumo (essenziale per il marketing di massa), ci siamo confusi. Siamo giunti alla conclusione che aumentare tutte e tre queste cose insieme fosse richiesto dalla società, e spesso utilizziamo una di queste per avere più dell’altra.
Naturalmente quelli che stavano creando i programmi di studio si concentrarono sulla parte accademica.
Per prima cosa, utilizzavamo testi elementari e la memorizzazione come metodo diretto per insegnare l’obbedienza. Ma poi, visto che sapevamo più cose su come strutturare il pensiero, abbiamo creato programmi che effettivamente coprivano la conoscenza che era importante.
Ma importante per chi?
La scuola è ancora focalizzata sull’obbedienza, l’accondiscendenza e il consumo ma ora, prima di tutto, ci sono ore ed ore ogni giorno di insegnamento forzato e brutale su come il mondo funziona veramente. Il problema è che non riusciamo a venderlo bene, non è assorbito, è costoso, e non rimane impresso.
Ora che l’obbedienza è meno importante e l’insegnamento conta come non mai, dobbiamo essere abbastanza coraggiosi da separarli. Possiamo ricostruire l’intero sistema intorno alla passione invece che attorno alla paura.